Eustorgio, vescovo e confessore
Sono state tramandate pochissime notizie sul breve episcopato di Eustorgio, di cui non si conosce luogo e data di nascita, sebbene si conservi un buon ricordo della sua vita e della sua azione pastorale. Non abbiamo nessun preciso riscontro cronologico della sua attività: nella lista episcopale è posto dopo Protaso, attestato nel 342 d.C., e prima di Dionigi, già vescovo a Milano nel 355 d.C.
Visse durante gli anni dell’acceso dibattito teologico sulla natura divina di Cristo, che contrapponeva gli ortodossi, fedeli alle formulazioni del concilio di Nicea, agli ariani, che subordinavano il Figlio al Padre, negandone la consustanzialità.
Anche Ambrogio ricorda Eustorgio e in un momento particolarmente drammatico del proprio ministero: opponendosi alle minacce ariane, dichiara di non voler cedere “l’eredità dei padri, cioè l’eredità di Dionigi che morì in esilio per causa della fede, l’eredità del confessore Eustorgio, l’eredità di Mirocle e di tutti i santi vescovi precedenti”. Il fatto che Ambrogio ricordi soltanto questi tre suoi predecessori ne segnala l’importanza quali testimoni dell’ortodossia; l’appellativo confessor utilizzato per Eustorgio ha inoltre un valore particolare, poiché veniva riservato a chi, pur senza raggiungere il martirio, aveva sofferto a causa della propria fede.
Disponendo di poche informazioni sulla sua vita, la letteratura agiografica medievale ha cercato di introdurre ulteriori particolari arricchendone la vita. Così nasce la tradizione del trasporto miracoloso dell’arca in cui venne sepolto, testimoniato in un componimento attribuibile al X-XI secolo, e successivamente il suo collegamento con l’arrivo delle reliquie dei Magi a Milano. La Vita beati Eustorgii confessoris, composta alla fine del XII secolo e totalmente priva di fondamento, ci restituisce una fantasiosa biografia del vescovo.
Di origine greca, Eustorgio sarebbe giunto a Milano in qualità di governatore, così come accadde ad Ambrogio; alla morte di Protaso, sarebbe stato acclamato vescovo dal popolo, ma prima di accettare si sarebbe recato a Bisanzio per ottenere l’autorizzazione dell’imperatore. Questi non solo avrebbe accordato il suo permesso, ma avrebbe anche manifestato il suo favore esentando i Milanesi dai tributi e donando l’arca marmorea contenente i corpi dei tre Magi. Dopo un lungo e faticoso viaggio per terra e per mare, Eustorgio avrebbe finalmente fatto ritorno nella sua città con il prezioso carico e avrebbe anche fondato una basilica nei pressi del fonte sacro utilizzato per battezzare i primi cristiani. Qui avrebbe deposto le reliquie dei Magi e in essa sarebbe stato successivamente sepolto.
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