Libro dimenticato a memoria – Vincenzo Agnetti
Torna la rubrica Oltre il Museo, per tre appuntamenti che scandiranno le prossime settimane e che saranno legati alla mostra che in questi mesi popola le sale del Museo di Sant’Eustorgio: “L’Orante… nel tuo nome alzerò le mie mani…”
Il percorso affrontato attraverso le sei sezioni della mostra tocca diversi periodi storici, dall’età paleocristiana alla contemporaneità. E proprio il contemporaneo è testimoniato da diverse testimonianze ma anche dalla presenza dell’opera “Libro dimenticato a memoria” di Vincenzo Agnetti.
L’opera si presenta come un libro svuotato, fustellato al centro. Le pagine hanno perso lo spazio che di solito è occupato dalle parole, e quel vuoto attira magneticamente lo sguardo: non si tratta però di azzeramento, in nessun modo corrisponde al nulla ma anzi possiede una profonda e forte carica evocativa.
Descrivendo l’opera nel Rammentatore, Agnetti scriveva: “La cultura è l’apprendimento del dimenticare. Esattamente come quando si mangia. Manipolato più o meno bene il cibo ci dà il suo sapore, ma presto dimentichiamo il sapore in favore dell’energia ingerita. In un certo senso dimentichiamo a memoria i sapori, le intossicazioni, e i piaceri del mangiare per portare avanti con più libertà le nostre gambe, le nostre braccia, la nostra testa… Così avviene anche per la cultura. E la sintesi di questa mia segnalazione è appunto il Libro dimenticato a memoria.”
All’interno della mostra dedicata all’Orante, l’opera di Agnetti rappresenta proprio quello che conta: se non ricordassimo le parole della preghiera, sarebbero comunque presenti nel gesto che l’accompagna.
Il Libro dimenticato a memoria ha un innegabile fascino ipnotico che simboleggia una sorta di buco nero che attrae verso di sé e può trasportare chi lo guarda in una dimensione altra, la dimensione dello spirito. Anche se non ricordiamo le parole, forse le cose più importanti del rapporto con Dio sono quelle che continuano ad abitare dentro di noi costituendosi come luogo di appartenenza, luoghi della mente che guidano le nostre gambe e la nostra testa.
La Sezione Giudiziaria dell’Archivio di Stato di Milano nei Chiostri di Sant’Eustorgio: Storia e Distruzione
Dopo il 1920, la Sezione Giudiziaria dell’Archivio di Stato di Milano fu trasferita nei chiostri dell’ex convento di Sant’Eustorgio, situato accanto alla Basilica di Sant’Eustorgio.
I Nostri Santi
Il nuovo progetto del Museo di Sant'Eustorgio e della Cappella Portinari, "i Nostri Santi"
La Sezione Giudiziaria dell’Archivio di Stato di Milano nei Chiostri di Sant’Eustorgio: Storia e Distruzione
Dopo il 1920, la Sezione Giudiziaria dell’Archivio di Stato di Milano fu trasferita nei chiostri dell’ex convento di Sant’Eustorgio, situato accanto alla Basilica di Sant’Eustorgio.
I Nostri Santi
Il nuovo progetto del Museo di Sant'Eustorgio e della Cappella Portinari, "i Nostri Santi"