Gli elementi architettonici e decorativi della facciata della Basilica di Sant’Eustorgio

La facciata attuale della Basilica di Sant’Eustorgio è il risultato di diversi restauri che si sono succeduti attraverso i secoli e che le hanno conferito l’aspetto che conosciamo oggi.

La forma a capanna rivestita in mattoni, tipica delle chiese in stile romanico, deriva in questo caso dal restauro compiuto dall’ingegnere Giovanni Brocca tra il maggio 1864 e l’agosto 1865 dal momento che prima non esisteva una vera e propria facciata sebbene ci fosse un progetto già risalente al secolo XII.

Le falde del tetto sono sottolineate da una serie di archetti sporgenti al di sotto del cornicione superiore, anch’essi tipici dello stile romanico, mentre sono visibili 5 aperture finestrate. Le due laterali e quella centrale sono dette bifore, aperture doppie divise da una colonnina centrale; le altre due al centro si chiamano invece monofore, ovvero costituite da una sola apertura.

I portali di accesso alla basilica sono tre, di cui uno centrale più ampio e due laterali di dimensioni ridotte. Ogni portale è sormontato da una lunetta affrescata, risalente alla fine dell’Ottocento. Il portale centrale presenta un archivolto decorato da bassorilievi a diamante, motivi vegetali e angeli, ed un timpano sorretto da leoni stilofori.

Nell’angolo a sinistra, guardando la facciata, si trova un pulpito di pietra, costruito nel 1597 a rappresentare quello in legno dal quale predicava San Pietro da Verona. L’ultimo oratore salito su questo pulpito è stato il Cardinale Federico Borromeo.