Con Beatrice e Pigello Portinari verso la giornata di Dante Alighieri
“Sono Valeria Portinari e collaboro con il Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari come web e social media manager.
Quando ho scoperto per la prima volta che Dante Alighieri ha amato una donna, Beatrice, che portava il mio stesso cognome, ho pensato che la cosa fosse curiosa ed intrigante.
Col passare degli anni ho avuto poi occasione di approfondire la storia della famiglia Portinari e ho scoperto che uno di loro, Pigello, aveva fatto edificare una cappella a Milano nel XV secolo, un gioiello di arte e architettura rinascimentale italiana. Scoprire di far parte, seppur molto alla lontana, di una famiglia così importante fa sentire orgogliosi, anche perché circa sei secoli dopo la permanenza di Pigello a Milano, la vita mi ha portata oggi ad incrociare il percorso del Museo di Sant’Eustorgio e della Cappella Portinari.
Conoscere approfonditamente questo luogo ricco di bellezza e di meraviglia, apprendere la storia della sua committenza e costruzione, dei suoi affreschi e di ciò che rappresenta per trasmetterlo a voi che leggete è un compito impegnativo e al tempo stesso emozionante. Così come è stato emozionante trovarsi a contemplare la cupola ad ombrello i cui colori ti avvolgono e sembrano portarti verso l’alto.
Come Beatrice fece con Dante, voglio portarvi con me a conoscere meglio ciò che lega il poeta fiorentino con la Cappella Portinari e la sua simbologia con il Paradiso, passando per i rami di parentela di questa famiglia che si intrecciano attraverso i secoli.”
Inizia quindi ufficialmente il nostro viaggio verso il DanteDì con l’approfondimento su un personaggio davvero significativo per la storia del Museo di Sant’Eustorgio: Pigello Portinari.
Discendente di una importante famiglia mercantile di Firenze, che vede tra i suoi capostipiti quel Folco Portinari, padre di Beatrice, la donna angelicata della Divina Commedia. Pigello crebbe e si formò alla corte di Cosimo de’ Medici e nel 1452 si trasferì a Milano per aprire e dirigere la nuova filiale del Banco Mediceo voluta da Francesco Sforza.
Qui divenne una figura di rilievo della Milano sforzesca; ‘Civis Florentiae et Mercator Mediolani’ così veniva citato Pigello Portinari nei documenti dell’epoca: fu un uomo di governo di primaria importanza, rappresentando anche l’espressione degli indirizzi della politica estera dei Medici.
La principale e più nota tra le opere attribuite alla committenza di Pigello Portinari è la Cappella Portinari in Sant’Eustorgio a Milano, costruita tra il 1462 e il 1468 e affrescata da Vincenzo Foppa. La Cappella, concepita per essere sia uno spazio votivo per la reliquia della testa di San Pietro Martire che una cappella funeraria per il suo committente, in tutta la composizione decorativa sembra sottendere una simbologia legata al Paradiso.
Oltre che un abile banchiere, Pigello fu anche esperto d’arte, di manifatture e di manoscritti. Proprio per questo motivo è plausibile che conoscesse l’opera di Dante Alighieri e fosse consapevole del proprio legame di parentela con Beatrice Portinari, la donna amata dal poeta, che lo accompagna nell’ascesa del Paradiso nella Divina Commedia.
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