Scopriamo l’Ancona della Passione
L’Ancona della Passione è un polittico in marmo scolpito posizionato sull’altare maggiore della Basilica di Sant’Eustorgio a Milano. L’opera è stata verosimilmente commissionata dal duca Gian Galeazzo Visconti alla fine del 1300.
L’opera ebbe una realizzazione non proprio lineare, forse perché il progetto originale prevedeva tre livelli invece dei due attuali. L’ancona è composta da nove scene che, da una analisi stilistica approfondita, sono risultate essere in parte opera di un anonimo scultore lombardo mentre due sono attribuibili a Jacopino da Tradate o alla sua cerchia.
Partendo dal basso a sinistra e proseguendo in ordine antiorario, il polittico è composto da alcune scene della vita di Cristo: l’Orazione di Cristo nell’orto è attribuita a Jacopino da Tradate; Bacio di Giuda; Crocifissione: scena centrale del polittico, realizzata da Jacopino da Tradate, che occupa i due ordini della composizione; Discesa al Limbo; Compianto di Cristo; Crocifissione; Salita al Calvario.
Nello specifico, l’Orazione di Cristo nell’orto e la Crocifissione, opera di Jacopino da Tradate, sono due formelle dalla composizione più elegante e realizzate più finemente rispetto alle altre 7 forme e rientrano tra le migliori opere di maestria scultorea del quattrocento lombardo.
Le statue di Sant’Eustorgio (al centro), San Magno e San Domenico (a destra) e Sant’Eugenio e San Pietro Martire (a sinistra) sono invece attribuibili ad un altro scultore e coronano l’ancona tra le cuspidi.
Jacopino da Tradate, detto anche Iacopo, è stato uno scultore italiano attivo in Lombardia nella prima metà del XV secolo. Durante il primo quarto del XV secolo è stato il principale scultore all’opera all’interno del cantiere del Duomo di Milano, ancora oggi possiamo vedere diverse sue statue e rilievi.
Proprio in Duomo si trova una delle sue opere più conosciute, un grande rilievo con la figura di papa Martino V in trono, situata nel deambulatorio, mentre al Castello Sforzesco di Milano è conservata una statua della Madonna col bambino.
Dopo il suo trasferimento alla corte dei Gonzaga, a Mantova, si sono perse le sue tracce ma si sa che qui ebbe un figlio, il pittore Samuele da Tradate, che fu amico di Andrea Mantegna.
Anche nella Basilica di Sant’Eustorgio sono presenti diverse opere di Jacopino da Tradate: l’Arca di Gaspare Visconti, il monumento funebre a Pietro Torelli, l’Ancona della Passione, e, collocata sopra l’altare maggiore, una Crocifissione. La lastra tombale di Ardengo Folperti (maestro delle entrate di Filippo Maria Visconti) è conservata ai Musei Civici di Pavia mentre nella Chiesa di San Francesco a Casalmaggiore si può ammirare il Cristo deposto.
Tra gli artisti che hanno ispirato le opere di Jacopino da tradate ci sono Michelino da Besozzo, Paolino da Montorfano e Isacco da Imbonate. I primi soggetti sono stati influenzati dai modelli borgognoni e successivamente dagli artisti veneziani.
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