Giuseppe il Falegname
Martedì 19 marzo sarà la festa del papà e di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Per l’occasione vi presentiamo un famoso e commuovente quadro di Georges de la Tour: “Giuseppe il Falegname”.
Quest’opera del 1642 si trova oggi al museo del Louvre di Parigi, originariamente parte della collezione di un altro museo parigino: il Percy Moore Turner. Probabilmente il primo dettaglio che salata all’occhio, osservando il quadro, è questa atmosfera serale ambientata all’interno dell’officina da falegname di San Giovanni e illuminata da una sola fonte di luce, la candela tra le mani di Gesù bambino. Questo gioco di chiaro-scuro fortemente marcato ha fatto ottenere a De la Tour il soprannome di Caravaggio Francese.
Quando l’occhio, dopo essere stato rapito dall’atmosfera, cade sulla fonte di luce il soggetto del quadro è evidente e diretto: l’amore. Gli occhi che brillano di San Giuseppe parlando da sé, di un padre che guarda con estrema tenerezza il proprio figlio; sguardo che diventa allegoria dell’amore filiale al di là del legame di sangue.
Nel quadro vi sono alcune metafore. La tavola di legno, che San Giuseppe sta lavorando, rappresenta il legno della croce sulla quale morirà Gesù e il chiodo che sta inserendo il grande dolore della Passione. Sembra quasi che San Giuseppe sia già consapevole del destino del figlio e perciò quel suo volto corrugato prende un nuovo significato, quello delle preoccupazioni paterne. Inoltre, la fonte di luce che travolge il volto di Gesù rappresenterebbe la luce divina e quindi la natura divina del Cristo.
Tecnicamente è impressionante il lavoro dietro la realizzazione della mano di Gesù bambino che copre la fonte di luce univoca del quadro. Si tratti di un’opera matura dell’artista, infatti la sua grande abilità nell’uso del chiaro-scuro è evidente nella quasi trasparenza delle dita di Gesù dovute alla presenza del lume della candela retrostante.
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