Sant’Ambrogio – Basilica Martyrum
Nel suburbio sud-occidentale della città, fuori Porta Vercellina, si sviluppò in età tardo-imperiale il cimitero ad Martyres, che sembra essere già all’epoca di Ambrogio il sepolcreto cristiano più organizzato ed esteso della città e quello più strettamente legato alla memoria dei martiri. Durante l’episcopato di Ambrogio già esistono in questa zona edifici funerari cristiani particolarmente significativi, quali il mausoleo dei Valeri, un edificio in onore dei martiri Nabore e Felice e la vicina basilica “di Fausta”.
In quest’area, per iniziativa del vescovo Ambrogio, sorse tra il 379 e il 386 d.C. la basilica Martyrum (basilica dei Martiri), consacrata con le reliquie dei martiri San Gervasio e San Protasio. Ambrogio, infatti, fece allestire sotto l’altare maggiore della basilica due loculi contigui rivestiti internamente di marmi preziosi e orientati in senso est-ovest. In quello di destra furono deposti i resti dei due martiri Gervasio e Protasio, in quello di sinistra venne sepolto nel 397 il vescovo stesso. La basilica ambrosiana, allo stato attuale, conserva poco dell’edificio paleocristiano del IV secolo, in quanto il rifacimento romanico ne ha del tutto obliterato la struttura dell’alzato, conservandone in parte solo la pianta. L’impianto originario absidato era costituito da tre navate divise da due file di colonne, di una delle quali è ancora visibile il plinto nella seconda campata. Per quanto riguarda l’alzato, i dati certi sono scarsi: si presume che la basilica originaria avesse una semplice copertura lignea sostenuta da colonne corinzie.
Preziose testimonianze scultoree sono legate alla basilica del IV secolo: due pannelli lignei scolpiti con scene della vita di Davide, riferibili alla porta della basilica, un frammento di transenna marmorea appartenente alla recinzione originaria del sepolcro dei martiri, conservati ora presso il Museo della basilica, e il sarcofago cosiddetto “di Stilicone” (generale romano che esercitò la reggenza dell’Impero romano d’Occidente dopo la morte dell’imperatore Teodosio I), ora sotto il pulpito della navata sinistra della chiesa. Elementi decorativi di grande interesse conservati nel Museo della basilica sono i frammenti di tre tarsie di marmo e pasta vitrea figurate con le immagini di un agnello e di un angelo e un motivo geometrico, appartenenti alla decorazione del coro, riferibili a un intervento di abbellimento della chiesa avvenuto tra la fine del V e l’inizio del VI secolo.
A est della zona absidale della basilica ambrosiana si trova un sacello, detto San Vittore in Ciel d’Oro, coperto da una cupola costruita con tubuli di terracotta. In questo sacello, secondo la tradizione, fu sepolto nel 375 Satiro, fratello di Ambrogio, accanto alle reliquie del martire Vittore. L’ambiente è internamente decorato da mosaici, databili tra il V e gli inizi del VI secolo. Al centro della cupola, rivestita da un mosaico dorato, figura entro un tondo il busto di San Vittore; sulle pareti, intervallate dalle finestre, compaiono le immagini dei vescovi Ambrogio e Materno fra i martiri Gervasio e Protasio, Nabore e Felice.
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