L’architettura del Quartiere Ticinese
Il quartiere Ticinese vanta un patrimonio architettonico di grandissimo valore che rivela un tessuto urbano stratificato in cui la città antica e quella contemporanea convivono: in quest’area si trovavano infatti il circo e l’anfiteatro di epoca romana, i cui resti sono oggi visibili, oltre che le basiliche di San Lorenzo e Sant’Eustorgio, ancora presenti.
Il Ticinese è stato un quartiere di artigiani, fabbri e conciatori, che utilizzavano i diversi corsi d’acqua della zona per la loro produzione, e si estendeva in origine fino all’antica porta comunale (l’unica delle sei porte medievali giunta fino ai giorni nostri), oltre la quale sorgeva il Borgo di Cittadella.
Questo luogo è stato per tanto tempo un luogo dinamico, un punto d’incontro animato dal flusso continuo di merci e di persone che giungevano in città passando dai canali e dall’antico porto cittadino (la Darsena).
Durante le guerre del Novecento il Ticinese fu tra le aree del centro maggiormente colpite, soprattutto durante il secondo conflitto mondiale, cosa che cambiò profondamente la struttura del quartiere. Nel 1919 in questa zona nacque il Movimento dei Fasci di combattimento in piazza San Sepolcro; qui è ancora oggi possibile vedere il progetto di Piero Portaluppi per la Casa del Fascio (costruito costruito tra il 1935 e il 1940) dove attualmente si trova il commissariato di polizia che al suo interno cela il fregio ambientale di Lucio Fontana, Volo di Vittorie, datato 1939.
Nel dopoguerra, alcuni progettisti ebbero l’opportunità di ricostruire interi isolati confrontandosi con la necessità di rispondere tempestivamente all’esigenza di nuove abitazioni che si inserissero contestualmente nel tessuto storico della città. Tra le architetture più significative troviamo un Edificio per abitazioni (1954 – 1957) in Via Circo, 1 che porta la firma di Luigi Figini e Gino Pollini; il Convento della Beata Vergine Addolorata (1946 – 1955) in via Calatafimi, 10, di Luigi Caccia Dominioni; un Edificio per abitazioni (1968) situato in Piazza San Giorgio a firma BBPR – Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers.
La Decorazione della Cappella di San Domenico nella Basilica di Sant’Eustorgio a Milano: L’Intervento di Andrea Pellegrini
La Cappella di San Domenico, tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, la cappella fu decorata dall’artista Andrea Pellegrini, che ottenne la commissione per la realizzazione di affreschi nella quinta cappella e nella prima cappella a destra della basilica.
Il Recupero della Darsena a Milano: Un Progetto di Rigenerazione Urbana tra Storia e Socialità
I collegamenti tra San Carlo Borromeo e la Basilica di Sant'Eustorgio
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