Milano tardoantica
Verso la fine del III secolo d.C. la scelta di Massimiano, imperatore d’Occidente, di stabilire a Milano la propria residenza cambiò il volto della città: per ospitare e rappresentare degnamente il regime politico e amministrativo instaurato dai tetrarchi, vennero inaugurati estesi cantieri per la realizzazione di nuovi e monumentali edifici pubblici.
Nel settore occidentale fu realizzato il complesso Palazzo – Circo mentre ad est un ampliamento delle mura inserì nella città una vasta area su cui fu edificato il più grande complesso termale pubblico cittadino, le cosiddette Terme Erculee.
Eco della nuova immagine e del ruolo acquisito da Mediolanum si ritrova nei versi di Ausonio, composti verso la fine del IV secolo: la magnificenza di questa città, afferma il poeta, era in grado di sostenere il confronto addirittura con l’Urbe.
Et Mediolani mira omnia, copia rerum,
innumerae cultaeque domus, facunda virorum
ingenia et mores laeti, tum duplice muro
amplificata loci species populique voluptas,
circus, et inclusi moles cuneata theatri,
templa Palatinaeque arces opulensque moneta
et regio Herculei celebris sub honore lavacri;
cunctaque marmoreis ornata peristyla signis
moeniaque in valli formam circumdata limbo.
Omnia quae magnis operum velut aemula formis
Excellunt nec iuncta premit vicinia Romae.
Anche a Milano tutto è mirabile: abbondanza d’ogni cosa,
palazzi innumerevoli ed eleganti, eloquente ingegno degli abitanti,
costumi improntati a gaiezza; inoltre l’aspetto del luogo
è amplificato da una duplice cerchia di mura, e per diletto
della gente v’è un circo e la mole cuneiforme d’un teatro coperto;
e templi, un palazzo imperiale, una florida zecca,
un quartiere celebre denominato Bagni di Ercole,
i colonnati tutti adorni di statue marmoree e le mura
che circondano a guisa d’un bastione il margine della città.
Tutto ciò, per le forme grandiose sembra rivaleggiare in magnificenza
con Roma, e non la opprime la ravvicinata prossimità di essa.
Ausonio, Ordo urbium nobilium, 7
(da Ausonio, La Mosella e altre poesie, a cura di L. Canali, Milano 2011)
Il poeta si concentra sui principali edifici contenuti entro i limiti dell’urbs, ma il suburbio ospitava altri monumenti: oltre all’anfiteatro risalente al I secolo d.C., per iniziativa degli imperatori nel IV secolo sorsero una via porticata preceduta da un arco onorario e il mausoleo imperiale, mentre in prossimità delle principali necropoli sorsero i primi edifici cristiani.
Nel suburbio meridionale, a circa mezzo miglio dalla porta Ticinensis lungo la strada per Pavia, sorse la basilica di S. Eustorgio. Come la vicina basilica di S. Lorenzo, essa fu realizzata in un’area già adibita a necropoli fin dalla prima età imperiale, a poca distanza dall’anfiteatro e da alcuni canali che convergevano verso il porto della città.
Proprio alle spalle della basilica, lungo il percorso dell’attuale via Santa Croce, in anni recenti è stato individuato un corso d’acqua, di probabile origine naturale, che fu regolarizzato e utilizzato dal I al IV secolo d.C.: largo circa 10 metri e delimitato da banchine in legno, il canale iniziò ad essere interrato a partire dal III secolo d.C., probabilmente in concomitanza con il riassetto del vicino quartiere portuale e con una modifica del sistema idrico del suburbio meridionale. Progressive fasi di interro e di scarico di materiali (vasellame, elementi architettonici e scultorei di pregio) si susseguirono fino all’età tardoantica e altomedievale. Lo scavo ha evidenziato che la principale concentrazione di materiali era situata nell’angolo nordovest del canale ovvero dall’area retrostante il cantiere della basilica di Sant’Eustorgio.
Nelle foto, resti murari dell’abside paleocristiana e struttura muraria antecedente l’abside paleocristiana (foto P. Greppi).
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